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Laterizi isolanti: isolamento termico senza il cappotto

by Tiziana Monterisi on

Negli ultimi anni il cappotto termico è stato considerato l'unica soluzione per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Ma è davvero così? L’idea che serva sempre un rivestimento esterno per ottenere comfort e risparmio energetico è diventata una verità accettata, quasi dogmatica. Eppure, nel panorama dell’edilizia contemporanea, stanno emergendo tecnologie che sfidano questo presupposto. Una di queste è l’utilizzo dei laterizi isolanti, materiali innovativi in grado di offrire alte prestazioni termiche senza necessità di un cappotto aggiuntivo.

 

La nuova generazione di mattoni con isolante integrato apre le porte a un approccio più essenziale, sostenibile e coerente con i principi della bioedilizia. In questo articolo vogliamo fare chiarezza e mostrare come oggi si possano costruire edifici salubri, performanti e rispettosi dell’ambiente, anche con una semplice muratura.

 

INDICE DEI CONTENUTI:

 

Laterizi isolanti: come stanno cambiando l’edilizia?

Il termine “laterizi isolanti” è spesso usato in modo generico, ma dietro questa definizione si nasconde un mondo di soluzioni molto diverse tra loro. Si va da blocchi alveolari con camere d’aria fino a mattoni termici che incorporano materiali isolanti – spesso sintetici – all’interno della struttura. In entrambi i casi, l’obiettivo è lo stesso: migliorare la resistenza termica della muratura, riducendo il passaggio di calore e incrementando il comfort indoor.

Non tutti i laterizi isolanti, però, sono uguali e non tutti garantiscono un’edilizia sostenibile. Spesso si confonde l’efficienza energetica con la prestazione invernale, trascurando parametri come sfasamento termico, comfort estivo e traspirabilità.

Parlare di “mattone che respira” vuol dire fare riferimento alla capacità del sistema costruttivo di gestire l’umidità in modo naturale, senza accumuli o condense. Un laterizio termoisolante realmente efficace non solo isola, ma consente anche la traspirazione della parete, contribuendo a creare un microclima interno equilibrato.

In questo scenario, materiali di nuova generazione come i laterizi isolanti naturali rappresentano un cambio di paradigma: non più prodotti solo performanti, ma sistemi costruttivi integrati capaci di unire efficienza, benessere e rispetto per l’ambiente.

 

Mattone isolante o cappotto? Una scelta progettuale, non solo tecnica

Il dibattito tra murature monostrato e cappotto è acceso. Alcuni sostengono che il cappotto sia imprescindibile, se si vogliono ottenere alte prestazioni energetiche, mentre altri promuovono la solidità e la semplicità di un sistema murario compatto e ben progettato.

La verità, come spesso accade, sta nel mezzo: non esiste una soluzione valida per ogni situazione. Ma esistono contesti dove il cappotto esterno non è la scelta migliore.

Ad esempio:

  • In edifici vincolati o ristrutturazioni in centri storici, dove l’intervento sull’involucro esterno è limitato o proibito;

  • In zone climatiche dove il comfort estivo è prioritario, e lo sfasamento termico risulta più determinante della trasmittanza invernale;

  • In progetti dove la semplicità esecutiva e la riduzione dei tempi di cantiere sono fondamentali.

I laterizi isolanti termici permettono di realizzare pareti ad alte prestazioni senza la necessità di aggiungere un cappotto. In questo modo si evita il problema dei ponti termici in corrispondenza di davanzali, balconi o imbotti, si semplificano le fasi di cantiere e si ottiene una maggiore compatibilità tra materiali, evitando stratificazioni complesse e potenzialmente problematiche nel tempo.

Inoltre, una parete realizzata con laterizi termoisolanti naturali può garantire:

  • Alta resistenza termica e bassa trasmittanza;

  • Eccellente sfasamento termico per il comfort estivo;

  • Elevata inerzia per stabilità climatica interna;

  • Assenza di materiali plastici, colle o sostanze nocive;

  • Compatibilità con finiture naturali e cicli a calce o argilla.

Ma come si sceglie il mattone isolante più adatto?

 

I blocchi termoisolanti naturali secondo Ricehouse

Chi progetta oggi deve fare i conti con esigenze complesse: non basta più abbassare la bolletta energetica. Serve un approccio più profondo, che tenga conto del ciclo di vita del materiale, della sua composizione chimica, dell’impatto ambientale e soprattutto della qualità dell’aria indoor. È qui che molte soluzioni tecniche si rivelano fragili. I mattoni con isolante sintetico, ad esempio, possono ridurre la dispersione termica, ma introducono materiali non traspiranti, talvolta potenzialmente emissivi, e difficili da smaltire a fine vita.

Per questo, il focus va spostato dalla sola prestazione termica al sistema abitativo nel suo complesso.

Ciò significa valutare:

  • La densità del materiale, che incide sullo sfasamento termico estivo;

  • Il comportamento acustico, spesso trascurato;

  • La resistenza biologica, per evitare la formazione di muffe o l’attacco di insetti;

  • L’integrazione con intonaci a base di argilla o calce, per favorire la traspirazione e l’equilibrio igrometrico.

Scegliere un mattone termico significa optare per un’edilizia che non si limita a rispondere a parametri tecnici, ma che migliora la qualità della vita e riduce l’impatto sul pianeta.

Per questo Ricehouse ha progettato RH-B, un blocco prefabbricato termoisolante naturale composto esclusivamente da lolla di riso depolverizzata, paglia di riso trinciata e depolverizzata e cemento naturale Prompt, senza aggiunta di additivi chimici.

Le sue caratteristiche tecniche parlano da sole:

  • Trasmittanza termica della parete finita pari a 0,16 W/mqK

  • Resistenza termica totale di 6,32 mqK/W

  • Sfasamento termico superiore alle 24 ore

  • Isolamento acustico fino a 44 dB

  • Conducibilità termica del materiale 0,068 W/mK

Tutti dati che rendono questo laterizio isolante termico un’alternativa concreta alle murature con cappotto, ma con un valore aggiunto: la sostenibilità.

Grazie alla presenza della lolla di riso, un sottoprodotto agricolo abbondante e inutilizzato, il blocco RH-B consente:

  • La riduzione dell’impatto ambientale del ciclo produttivo;

  • L’eliminazione dei forni ad alta temperatura (in quanto prodotto a temperatura ambiente);

  • L’assorbimento di CO₂ invece che l’emissione;

  • La totale riciclabilità a fine vita, coerente con i principi dell’economia circolare.

Oltre alle prestazioni tecniche, questo mattone termico assicura un elevato comfort abitativo. È infatti in grado di regolare l’umidità interna grazie alla traspirabilità del materiale, è resistente a muffe, funghi e insetti per via dell'elevato contenuto di silice, non emette sostante nocive ed è compatibile con intonaci naturali in argilla e calce.

 

Costruire in bioedilizia senza cappotto: un nuovo modello abitativo

Quando si parla di isolamento termico, la questione non è più solo “quanto isola un materiale”, ma che tipo di impatto lascia. Scegliere isolanti naturali non significa solo ottenere una buona prestazione energetica. Significa contribuire concretamente a un modello edilizio più etico, consapevole e duraturo. Un modello che va oltre la logica dell’efficientamento a ogni costo e sposa un’idea di casa come organismo vivente, in grado di interagire positivamente con chi la abita e con l’ambiente circostante.

Il blocco RH-B di Ricehouse rappresenta perfettamente questa visione: un mattone termico pensato per costruire senza cappotto, con materiali a impatto quasi zero, capaci di garantire isolamento, traspirazione, salubrità e durabilità in un unico gesto costruttivo. Nessuna sovrastruttura, nessuna finzione. Solo materia vera, naturale, prodotta da una filiera agricola locale e valorizzata in un’ottica di economia circolare.

In un’epoca in cui l’edilizia deve rispondere a sfide climatiche e sociali sempre più complesse, la scelta dei materiali non può più essere dettata solo da parametri tecnici. Deve essere guidata da una visione: quella di edifici che non sono contenitori di CO₂, ma strumenti per ridurla. Di case che diventano una terza pelle, protettiva, equilibrata, rigenerativa.

Costruire senza cappotto, oggi, è possibile. Ma solo se si parte da un mattone che contiene molto più di un semplice isolante, contiene un’idea di futuro.

Tiziana Monterisi

Tiziana Monterisi

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