Respirare aria salubre è fondamentale per assicurare la salute del corpo e della mente e lo hanno capito anche gli italiani: secondo i dati Censis, il 54% della popolazione è diventata più attenta alla qualità dell'aria in casa, proprio perché qui trascorriamo gran parte della nostra giornata. Ma per respirare aria "sana" è necessario avere una casa salubre.
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«Il diritto di respirare aria pulita dovrebbe essere un diritto umano fondamentale. È una condizione necessaria per società sane e produttive». A dirlo è il direttore regionale dell'OMS per l'Europa, dott. Hans Henri P. Kluge.
Tutti abbiamo il diritto di respirare aria salubre, senza doverci preoccupare di incorrere in malattie dovute all'inquinamento outdoor o indoor.
Se ci pensi, ognuno di noi trascorre molto tempo negli ambienti al chiuso (casa, ufficio, negozi). Ecco perché la costruzione di edifici più salubri è la prerogativa fondamentale per poter respirare aria sana.
Invece si sente sempre più spesso parlare di Sindrome dell'Edificio Malato (Sick Building Syndrome), un quadro sintomatologico ben definito, che si manifesta in un elevato numero di occupanti edifici moderni o recentemente rinnovati, dotati di impianti di ventilazione meccanica e di condizionamento d'aria globale (senza immissione di aria fresca dall'esterno).
Da numerose indagini in edifici in cui sono stati segnalati problemi di salute o di comfort è emerso che il problema prevalente (in quasi la metà dei casi) era costituito da una ventilazione inadeguata. Molti composti chimici presenti nell’aria indoor sono noti o sospettati di causare irritazione o stimolazione dell’apparato sensoriale e possono dare vita a un senso di disagio sensoriale e ad altri sintomi comunemente presenti nella cosiddetta SBS. E ciò ha un impatto sociale molto importante.
Per questo ci si sta muovendo sempre di più verso il miglioramento dell'aria che respiriamo, con iniziative e procedure da attivare in campo ambientale. Alcune sono state recentemente inserite anche nel Decreto Infrazioni approvato dal Consiglio dei Ministri: qui vengono stabilite alcune misure da adottare per migliorare la qualità dell'aria indoor, cioè all'interno degli edifici, per migliorare la salute degli occupanti. Con il decreto è stato anche istituito un fondo per finanziare interventi di riduzione e prevenzione del radon (un gas nocivo presente in molte zone del territorio italiano) indoor e per sinergici interventi di efficientamento energetico.
Nel 1975 il biologo tedesco Karl Ernst, pioniere dell'architettura sostenibile, definì la casa "la nostra terza pelle", dopo quella umana e quella rappresentata dai vestiti. Secondo Ernst l'edificio in cui abitiamo deve avvolgerci, proteggerci ed essere capace di "respirare", cioè avere continui interscambi con l’ambiente esterno al fine di fornire un ambiente interno salubre. È così che venne introdotta la bioedilizia e il concetto di Casa Passiva (passive house), cioè di edificio capace di limitare al minimo o eliminare del tutto il consumo di energia con l’utilizzo di impianti tecnologici e con materiali naturali.
La prima cosa da fare, per avere una casa salubre, è ridurre (se non addirittura azzerare) la quantità di calcestruzzo in favore di soluzioni capaci di ridurre al minimo l’impatto ambientale. In questo modo potremo dare vita a una casa attiva, in grado di produrre una quantità di energia superiore a quella utilizzata.
Nel paragrafo successivo vediamo nel dettaglio gli aspetti che è bene considerare, già in fase di progettazione.
L’88,9% degli italiani percepisce come salubre la propria abitazione e l’86% ritiene che la propria casa abbia un effetto positivo sulla propria salute, non solo fisica, ma anche mentale (Dati Censis). Per progettare e realizzare una casa salubre è però necessario prendere in considerazione alcuni aspetti:
Le case di riso ben progettate rientrano a pieno titolo negli edifici NZEB (Near Zero Energy Building), cioè gli edifici ad energia quasi zero. Questo è possibile perché i materiali naturali che vengono utilizzati sono in grado di assicurare il benessere termico con una minima fonte di energia, prodotta con fonti rinnovabili, senza necessità di introdurre alcun impianto di riscaldamento convenzionale.
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