Materiale per cappotto termico da valutare per la riqualificazione
Come si fa una riqualificazione energetica? Partendo dall'isolamento termico. Il cappotto esterno è infatti uno degli interventi più richiesti da chi vuole migliorare l'efficienza di un edificio esistente; ma forse non tutti sanno che è possibile ottenere ottimi risultati, in termini di prestazioni energetiche, utilizzando materiali naturali ed ecosostenibili.
INDICE DEI CONTENUTI:
- Riqualificazione energetica: quando (e perché) farla
- Com'è fatto il cappotto termico
- Esiste un materiale per cappotto termico sostenibile e 100% naturale?
Riqualificazione energetica: quando (e perché) farla
La Direttiva 2002/91/CE detta EPBD (Energy Performance of Building Directive) ha orientato l'attività edilizia dei paesi membri dell'UE verso una concezione di efficienza energetica volta a perseguire obiettivi rivolti alla riduzione dell'impatto ambiente e al contenimento dell'inquinamento. In ottemperanza al Protocollo di Kyoto, l'EPBD indirizza gli stati membri verso una riduzione degli inquinanti gassosi emessi, attraverso alcune misure correttive in svariati ambiti, tra cui anche l'edilizia, con l'obiettivo di promuovere il miglioramento del rendimento energetico degli edifici.
Qualche mese fa, il Parlamento Europeo ha emanato una nuova direttiva che porterà ad avere, entro il 2050, solo edifici a impatto zero. Nello specifico gli obiettivi sono di trasformare tutti gli edifici residenziali esistenti in immobili in classe E entro il 2030 e in classe D entro il 2033 e di obbligare i costruttori, a partire dal 2028, a realizzare nuovi edifici a emissioni zero.
Grazie anche alle agevolazioni statali (Ecobonus e Superbonus 110 in particolare) che permettono di recuperare il 50% (e oltre) delle somme spese, sempre più edifici sono oggetto di riqualificazione energetica.
L'isolamento termico è uno degli interventi che permettono di ottenere un risultato positivo, in termini di miglioramento delle prestazioni e, di conseguenza, della classe energetica, con una netta riduzione dei consumi energetici.
Com'è fatto il cappotto termico
La prestazione energetica degli edifici è la quantità di energia necessaria annualmente per soddisfare le esigenze legate a un uso standard dell'edificio per determinati servizi (riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, produzione ACS, ascensori, illuminazione).
Con il cappotto è possibile isolare termicamente un immobile applicando sulle pareti esterne o interne dei pannelli che bloccano le dispersioni e mantengono costante e gradevole la temperatura delle stanze. Si tratta a tutti gli effetti di una vera e propria barriera contro freddo, spifferi e agenti atmosferici che possono causare un degrado all'immobile e comprometterne il comfort abitativo.
Questi pannelli isolanti possono essere realizzati con diversi materiali (sintetici o naturali) e sono poi rivestiti con un collante e uno strato protettivo (intonaco).
Quali sono i vantaggi dell'isolamento a cappotto?
- Protezione dal caldo estivo
- Mantenimento di una temperatura interna costante
- Riduzione dei consumi energetici e di combustibile
- Eliminazione dei ponti termici
- Riduzione della formazione di muffe
- Aumento del valore dell'immobile
La maggior parte dei cappotti termici realizzati finora è stata fatta con materiali plastici come il polistirene espanso sinterizzato (EPS). Tuttavia la sua produzione non è poi così sostenibile: si tratta pur sempre di materiali sintetici, non naturali, difficili da smaltire e la cui produzione contribuisce all'emissione di CO2 nell'atmosfera.
Per fortuna ci sono delle soluzioni alternative, altrettanto efficienti e decisamente più ecosostenibili.
Esiste un materiale per cappotto termico sostenibile e 100% naturale?
Le continue ricerche nel campo della bioarchitettura hanno portato alla diffusione di materiali biocompatibili, naturali e riciclabili, come legno, sughero e riso, che hanno un ridotto impatto ambientale e ottime prestazioni in termini di isolamento, sia termico che acustico.
Prendiamo il riso, o meglio i sottoprodotti della sua coltivazione come paglia di riso, lolla e pula.
Insufflando nell'intercapedine delle pareti perimetrali della lolla pura è possibile riqualificare un edificio facendogli guadagnare 2 classi energetiche (requisito minimo per poter usufruire del Superbonus 110).
E con un isolamento termico completo, composto cioè da lolla insufflata nell'intercapedine + applicazione di un pannello isolante in paglia di riso, hai un salto anche di 8 classi.
Praticamente si può passare da una casa in classe G ad A4 solo facendo il cappotto.
Con il duplice vantaggio di poter contare su un isolamento termico performante e a ridotto spessore. Combinando insufflaggio e pannelli, infatti, lo spessore complessivo del cappotto è di soli 15 cm (contro i minimo 25 cm del cappotto "tradizionale" in EPS).
Grazie alle elevate prestazioni termiche, la lolla di riso - miscelata con calce naturale - può essere utilizzata anche per realizzare intonaci di fondo che rispettano la norma UNI EN 459-I con classificazione CL90-S. Il biointonaco ha una buona aderenza alle superfici ed è compatibile con qualsiasi tipologia di muratura, ed è in grado di aiutare l'abbattimento dell'inquinamento indoor sottraendo CO2 dall'aria presente all'interno dell'edificio.
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